Cenni Storici

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piazza_anni30_vista_da_campanileVolendo narrare la storia della nostra terra, è necessario risalire al IV sec. a.C. quando i Romani ridussero in colonie le città di Capua, Atella e Liternum, con l’invio di veterani che costruirono delle strade, tra cui la Atella-Volturnum, che collegava l’antica città osca con il fiume Volturno, la via Antiqua, la Consolare Campana ed altre minori.

La presenza di queste direttrici favorì la centuriazione dell’Ager Campanus e la nascita di numerosi centri abitati. L’area su cui sorge Casapesenna, all’incrocio di diverse strade, era particolarmente adatta all’aggregazione urbana, però il primo nucleo abitato fu il casale Calitto. Dallo studio del canonico Francesco Pratilli, storico del ‘700, che ha rintracciato alcuni Cedolari ed antichi documenti del V sec. d. C. risulta l’esistenza di un piccolo villaggio che apparteneva alla Liburia Longobarda chiamato “Casale de Pisenna”. Esso era uno dei tanti villaggi prenormanni situato nella campagna aversana, ed abitato dai contadini che non avevano la possibilità di vivere ad Aversa, dotato di una piccola edicola votiva dove si riunivano gli abitanti del villaggio, dopo il lavoro dei campi e della pesca praticata nel vicino Lago di Patria, posta lungo l’antica strada (decumanus-viae publicae) tracciata dai romani quando bonificarono l’Agro.

Si deduce che quel “Pesennna” può essere un nome prediale, cioè della gens cui fu affidato il possesso di queste terre da parte del senato di Roma. Con l’avvento del cristianesimo giunse nella nostra terra la Fede insieme alla devozione per la Madre di Dio e Sant’Elena, in sostituzione dei culti pagani. È certo che Casapesenna, insieme a Calitto ed Isola, è un casale molto antico, anteriore alla conquista normanna. Ma la prima documentazione che riguarda il piccolo centro risale all’anno 958, infatti nell’opera di Bartolomeo Capasso troviamo citato il nome del villaggio in una definizione di confini, ed in un Diploma del 964 dei principi di Capua Landolfo I e Landolfo II, con cui donavano al monastero di San Vincenzo al Volturno alcune terre di varie parti della Liburia, sono menzionati i vicus di Casapesenna ed Isola, inoltre nel 1050 il cronista Leone Ostiense’ cita il villaggio con il toponimo “Casapisenda “.

Con l’arrivo dei Normanni e la fondazione della protocontea di Aversa nel 1030, ad opera di Rainulfo Drengot, Casapesenna entra a far parte della nascente Contea aversana, come attesta il monaco Amato di Montecassino nella “Historia Normannorum”.

Nel 1266 Carlo I d’Angiò, assegna il villaggio per riconoscenza a Guglielmo Stendardo dopo la battaglia di Benevento e nel XV sec. Casapesenna viene concesso in feudo al Vescovo di Aversa, dal quale in seguito passerà alla Curia Regia ossia al Demanio Regio. Altri documenti in cui è citato il villaggio sono contenuti nel Cartario di San Biagio di Aversa.

Nel 1511 il piccolo centro fu assegnato a Giovanni Ladislao de Fundi ed in seguito alla nobile famiglia dei Bonito’, alla caduta del feudalesimo nel 1806 si unisce al Comune di San Cipriano D’Aversa, e durante il periodo fascista viene aggregato ad Albanova fino al 1946.

Casapesenna ottiene l’autonomia amministrativa nel 1973. P.C.